In memoriam

 

Prof.ssa Diana Giannopulo

Apprendo dai Necrologi del Corriere che la professoressa Diana Giannopulo ci ha lasciato.
Insegnava matematica e fisica nel corso A: aveva un carattere burbero pari alla sua severità.
Ricordo le interrogazioni di fine anno come un incubo, con equazioni e teoremi quasi indecifrabili e un sei strappato sempre sul filo di lana.
Oggi mi viene da sorridere pensando che in via Beroldo studiai più sui numeri che sulle versioni di greco.
Ed è con questo pensiero, intriso anche di gratitudine, che saluto la vecchia prof. Giannopulo
Marco Albanese

Mi unisco a Marco con un sentimento di gratitudine verso chi mi ha “costretto” ad amare materie per le quali non provavo attrazione. Il terrore è durato a lungo, anche dopo il liceo. Ma la vita richiede severità verso se stessi: il suo insegnamento è stato prezioso e, oggi, un dolce, malinconico ricordo.
Buon giorno professoressa.
Antonio Fortichiari

Concordo col ricordo di Marco... Però è sicuramente merito (o colpa? ;o)) della prof. Giannopulo, se nella mia classe (3A del 1979) gli iscritti a Fisica e Ingegneria furono un numero decisamente maggiore di quanti scelsero le facoltà umanistiche...
Un ricordo affettuoso anche da parte mia; credo, che al di fuori del ruolo di professoressa, fosse una persona simpatica e umana... Anche se a noi allievi questa immagine era abbastanza nascosta...
Emanuela Passerini

Un ricordo della Giannopulo (o piuttosto della Diana, come la chiamavamo confidenzialmente e forse a scopo apotropaico), anche da parte mia.
Quando ritornai a casa da una delle mie prime mattinate al Carducci, raccontai a mia mamma che la professoressa di matematica era bionda, con gli occhi chiari e si chiamava, per l’appunto, Diana. Quando mia mamma l’incontrò a sua volta, nell’ora di ricevimento, rimase stupitissima, perché s’era ovviamente figurata una specie di dea ellenica - con quel cognome, poi, chiaramente di quelle parti ... -, come in effetti la ‘nostra’ Diana non fu mai. Era piccola, invece, inscatolata nel grembiule, e faceva scorrere il dito sul registro, per scegliere chi interrogare, e la suspence montava nell’aula silenziosa.
Severa, priva di humour, onesta e meticolosa: vero, con lei, abbiamo studiato tanta matematica! - la fisica, invece, non era propriamente il suo forte: ma c’erano i bei filmati in bianco e nero, americani, con quei due scienziati burloni che facevano viaggiare a tutta velocità le pedine sul ghiaccio secco (ricordo giusto?).
Mi voleva bene, apprezzava il mio modo facondo di argomentare le dimostrazioni di geometria.
Riposi in pace.
Maurizio Harari (matr. 1972)

Non ho mai capito molto di matematica e non sono neppure certa che i suoi insegnamenti abbiano lasciato una qualche traccia dentro di me. Eppure le piacevo molto, mi dava numerosi e immeritati nove. Non è per questo che la ricordo con tenerezza. Giannopulo - con Cuzzi e anche con Pacchiano, i “vertici” dell'impaurente e indimenticabile sezione A - è stata una “presenza” nella vita della sedicenne che sono stata. E che in fondo sono ancora.
Ciao, prof.
Simona Gioia
maturità 1976

Io ricordo altri due episodi della "Gianna", come la chiamavamo noi : un 11 novembre di non so quale anno "....11 novembre... ai miei tempi stavamo a casa...." e noi "perchè ?", risposta "perchè era il compleanno del re!", esplodendo in una risata che ci fece capire in quale considerazione teneva il re soldato bisnonno di quello a cui è stato purtroppo permesso di tornare in Italia.... un' altra volta vide un suo allievo scrivere su un muro del metro e gli fece un tale cazziatone che a momenti il malcapitato si gettava sotto il treno in arrivo.... riposi in pace.
Ciao a tutti.
Aldo Fanti
Maturità 1981

Dire della Diana che conservo un buon ricordo sarebbero parole grosse… Era il mio incubo, ero il suo incubo. Diciamo che la nostra convivenza è stata una pax armata, che ha trovato un bilanciamento ideale nell’ultimo anno di liceo, con un patto di non belligeranza reciproca dichiarato ufficialmente. Il tempo, come sempre, ha saputo poi stemperare gli attriti e negli anni, quando ci incontravamo per strada, la cordialità nel salutarci era sincera…
Stefano Pace

Non so da quando la prof. Giannopulo fosse passata nel corso A. Io l'ho avuta per 5 anni nel corso B, con i prof. Ciresola, Guglielmino, Fabietti, Vedovello, tutti scomparsi ma presenti nei ricordi dei loro allievi, sui quali hanno lasciato - ciascuno a modo suo - un segno indelebile:
Me la ricordo nel suo grembiule marrone, per me aveva una predilezione particolare tanto che , se doveva rimproverarmi per qualche mancanza,....... sgridava il mio compagno di banco!
Peccato non aver festeggiato pure lei quando era in vita, in qualche ricorrenza carducciana.
Franco Milla
Maturità '67

Grembiule perfetto verde acqua, scarpe senza tacco e suola in paraffina, occhi azzurri, capelli in ordine.
“Dai Nani che lo sai…..”
Gianna e le note di Rino Gaetano.
La costante di Boltzmann, che chissà perché non ho mai più incontrato….
Le progressioni geometriche con Fabio de Simone alla lavagna che mi ha lasciato di stucco!
Se oggi sono ingegnere, nel senso che vivo del lavoro dell’ingegno,… Grazie Professoressa Giannopulo!!!
(e smettiamola con la falsa traduzione “engineer” - “ingegnere”, non siamo dei motoristi!)
Era la terza Liceo, sezione A, maturità 1981-1982. I giorni passavano e l’esame si avvicinava….
Avevo più paura di dover decidere cosa fare da grande che affrontare la maturità, perché avevo paura di crescere.
Abbastanza bravo in tutte le materie, ma appassionato di nulla.
Ricordo tanti miei compagni, chiari nella scelta di quale facoltà intraprendere, io sempre più preoccupato.
Poi un giorno, nell’intervallo, mi sono messo a parlare con la Gianna.
Che mi ha sciolto l’arcano e ha dato un senso a tutti e cinque gli anni del liceo……. Grazie Professoressa Giannopulo !!!
In cinque minuti mi hai disvelato che il Greco e la Matematica, la Filosofia e la Fisica sono solo lingue diverse per descrivere la stessa sete di conoscenza
Fortunati quelli che possono abbeverarsi a più fonti!
Andrea Toso

Io ho in mente il suo grembiule verdone e la sua avversione per tutto quanto fosse "pratico".
Non credo le piacesse molto portarci nel laboratorio di fisica, dove vedeva un sacco di pericoli per noi e per se stessa: la vedemmo una volta scansarsi con un balzo inaspettatamente atletico dalla traiettoria del raggio laser che la stava attraversando....era alquanto spaventata.
Era una persona e una professoressa corretta.
Monica Boccato
matirita' '81 corso A

Ahi, ahi, Franco Milla !
Ti sei dimenticato oggi di aggiungere che tu, in matematica, avevi sempre nove; e che andasti poi al Politecnico per laurearti a pieni voti in ingegneria chimica (il “povero” Osvaldo - tuo compagno di banco - se ne andò invece a studiare medicina) .
Della nostra classe, diplomati nel luglio del 67, solo una nostra compagna - mi pare - si iscrisse a matematica, e ne perdemmo subito le tracce. La maggior parte di noi andò a medicina, lettere, legge, etc.
Ci sarà stato un motivo, vero ?
Per quanto mi riguarda, matematica e fisica non erano al liceo il mio argomento favorito: al Carducci, preferivo leggere, studiare musica, e occuparmi dell’associazione studentesca (la mitica ASC) e del “Mr Giosuè” , il nostro meraviglioso giornale.
Ma tutto questo alla Professoressa Giannopulo (nessuno di noi avrebbe allora osato - anche solo lontanamente - chiamarla Diana) non piaceva: non le piacevano le attività extrascolastiche che alcuni di noi - non tantissimi , ma noti - svolgevano anzicchè studiare.
Non le piacevano le ragazze con i capelli lunghi e biondi (Franco, ti ricordi le angherie che fece passare alla nostra compagna Graziella ?)
Non le piacevano (a lei, come si direbbe in napoletano, un po’ "chiatta") le ragazze che, come me, erano alte 1.75 e si mettevano - a 18 anni !!! - il rimmel sulle ciglia. (Una volta, per questo, mandò persino a chiamare i miei genitori: ricordo ancora la voce infuriata di mio padre furibondo: "Professoressa, sin che mi dice che mia figlia va male in matematica passi. Ma come si permette di mandarmi a chiamare per un po’ di rimmel quando io, CHE SONO IL PADRE, glielo permetto ???")
Accadde subito dopo , inutile dirlo, un’interrogazione improvvisa con voto quattro.
Giustamente, visto il mio scarso rendimento, la Professoressa Giannopulo mi rimandò a ottobre in matematica in prima e seconda liceo.
Giustamente mi ammise alla maturità con il cinque in matematica e fisica.
Altrettanto giustamente, avendo io studiato COME UNA PAZZA per tutto il mese di giugno e di luglio (all’epoca, la maturità iniziava il 1° luglio, e gli orali terminavano alla fine del suddetto mese), mi diplomai con il SETTE in entrambe le materie. Speravo che, così facendo, matematica e fisica non le avrei più viste in tutta la mia vita. Da allora le due materie, della mia vita, non hanno più fatto quasi parte. Per fortuna loro. Tranne che per un po’ di cosette che hanno a che fare con l’economia generale…. Materia che, al liceo classico, allora non si usava studiare, ahimè, e neppure ahimè oggi si studia. Ma per fortuna venne poi in aiuto - un po’ di anni dopo la laurea in filosofia - la SDA Bocconi .
Molti anni dopo la maturità, e ormai molti anni orsono, attraversando piazza del Duomo un giorno la vidi. Vestita di marrone, precisa a come la ricordavo. Ma abbronzatissima.
La fermai: Professoressa Giannopulo, sono una sua vecchia allieva del Carducci …
Era da tempo in pensione. Gentile come non era mai stata ai nostri tempi (e appena tornata da una corroborante vacanza in Africa) mi chiese affettuosamente notizie della mia vita. Le raccontai velocemente la mia carriera (scrivevo, allora, sul Sole 24 Ore). Soddisfattissima, mi disse che non aveva mai avuto dubbi su di me (TUTTI i suoi allievi avevano fatto belle carriere…).
Certo, non sapeva chi fossi.
Certo, mi fece un po’ di pena.
Certo, l’avevo odiata. E tanto. Ma oggi, vedendone il necrologio sul Corsera, e scorrendo le numerose email di "giovani Carducciani", le memorie della Professoressa Giannopulo mi hanno attraversato la mente continuamente, come un film della serie “The way we were”.
Quasi dolcemente.
Diana, possa Tu riposare in pace.
Paola Grego Lunghini