In memoriam

 

Anna De Simone

Anna De Simone, il Novecento in dialetto

Aveva compiuto 87 anni il 12 gennaio ed è morta ieri a Segrate Anna De Simone, milanese di nascita, studiosa e divulgatrice di poesia, specialista della produzione in dialetto. Era figlia di Elisa Trapani, prolificissima autrice di romanzi e racconti che aveva contribuito a fare riscoprire e ricordare nella città d’origine, Marsala; ed era sorella di Giorgio De Simone, a sua volta romanziere e saggista.

La lunga avventura dell’insegnamento, in particolare al liceo Carducci di Milano, aveva dettato il tono del rapporto di Anna De Simone con la letteratura. Aveva un approccio non accademico né intellettualistico eppure colto e informatissimo, che in classe la portava a sollecitare la lettura di scrittori contemporanei o ad assegnare approfondimenti dedicati ad autori viventi, come Giovanni Raboni, o non canonici, come Scipio Slataper. Il tutto con una sorta di pudico anticonformismo votato alla gioia del testo.

Da qui — dal rapporto con gli allievi — il naturale passaggio al lavoro critico: oltre a varie edizioni scolastiche (per Le Monnier e altri) De Simone ha pubblicato saggi su autori in dialetto («non chiamateli dialettali», intimava) come Giacomo Noventa e Franco Loi o al confine tra italiano e lingua friulana, come l’amatissimo Pierluigi Cappello. Tra i suoi titoli: L’isola Marin (Liviana, 1992), Poeti del Friuli (Cofine, 2012), Case di poeti (Pagliai, 2012), Leopardi a Trieste con Virgilio Giotti (Interlinea, 2015).

Speciale però il legame con Biagio Marin, una delle grandi voci della lirica in dialetto del Novecento, coltivato anche sul piano personale tra il 1981 e la morte del poeta di Grado (1985). L’ultimo libro di De Simone (Lasciami il sogno, edito da Il Ponte del Sale nel 2020) raccoglie infatti l’intenso epistolario con il poeta, dove le 67 lettere di lui e le 81 di lei arrivano a toccare il terreno della mistica: «Biagio Marin — scriveva De Simone — non è un uomo, non è un poeta, è un universo mirabile».

Marco Del Corona, Corriere della sera, 21 gennaio 2024