In memoriam

 

Paolo Finzi

Paolo Finzi, anarchico, antifascista, ci ha lasciato

Ci ha lasciato ieri Paolo Finzi, redattore della rivista anarchica “A” fin dalla sua fondazione nel 1971. Di famiglia antifascista, Paolo si è occupato a lungo delle vicende legate alla strage di piazza Fontana e della tragica fine di Giuseppe Pinelli. Ho avuto modo di conoscere, in diverse occasioni, Paolo e di apprezzare la sua passione e le sue doti di studioso della storia del nostro Paese. Paolo ha approfondito una questione non sempre ricordata a sufficienza: il ruolo degli anarchici nella Resistenza italiana contro il nazifascismo.

L'altro tema cui si è dedicato ha riguardato la deportazione e lo sterminio di Rom e Sinti nei lager nazisti, realizzando uno straordinario Dvd dal titolo “A forza di essere vento. Lo sterminio nazista degli Zingari”.

Paolo scrive nella testimonianza allegata al Dvd: “L'origine ebraica della mia famiglia, la militanza socialista e antifascista dei miei genitori non solo prima e durante la Resistenza, l'impegno politico che ho respirato in famiglia fin da piccolo (tra parentesi, mia madre Matilde Bassani è prima cugina di Eugenio Curiel) mi hanno portato in contatto fin da bambino con tanti reduci dai lager. Poco, molto poco, ho sentito direttamente dalla loro voce. Ma molto ho sentito dire di loro, da quelle persone, loro intime, che ne riferivano. Quei racconti si incrociavano con le letture delle testimonianze di chi avrebbe dovuto passare per il camino, ma per qualche fortuita circostanza ne era scampato. E quasi sempre con un senso di colpa devastante, aveva potuto tornare a vivere. La grande maggioranza di quelli che ebbi modo di conoscere erano ebrei. Ma non tutti. Ricordo la professoressa Arata, cattolica, mitica docente di scienze al liceo Carducci nell'epoca del '68, anche lei deportata nei lager nazisti. Sentii dentro di me il dovere morale di fare qualcosa perché quella immane tragedia avesse, anche grazie a me, un'eco e una memoria"
Negli anni novanta i figli di Paolo diventano compagni di classe di tanti bambini Rom e Sinti. “E' in questo contesto, di interesse e simpatia per i piccoli Rom e Sinti – scrive Paolo – che ho avuto modo di approfondire la persecuzione di cui gli Zingari sono stati oggetto nei secoli e soprattutto lo sterminio attuato con allucinante sistematicità dal regime nazista. Complessivamente si stima che nei lager nazisti siano stati eliminati circa 500.000 Rom e Sinti, provenienti in grande maggioranza dai Paesi dell'Europa Centrale.

Grazie, caro Paolo, per la tua instancabile e preziosa testimonianza.

Ai familiari esprimo l'affettuosa e commossa vicinanza dell'Anpi Provinciale di Milano.

Roberto Cenati - Presidente Anpi provinciale di Milano


Ho letto tutta la storia, e ci sono rimasto veramente male. Anche se dopo il Liceo ho lasciato Milano, e non ci siamo più visti, allora eravamo amici, e pur avendo opinioni politiche diverse ne discutevamo spesso, sempre da amici, e me lo ricordo bene anche adesso, e non solo lui. Sono sinceramente dispiaciuto di questa notizia e pure che abbia passato anni in depressione, e poi, a quanto ho capito, in malattia. Mi auguro che Paolo possa riposare in pace. Un saluto a tutti i Carducciani.

Sergio Ortoleva, maturità 1970 sez. A.


Abbiamo conosciuto Paolo quando eravamo ragazzi o poco più, in quella età in cui si formano le idee, le aspirazioni, si dà forma ai pensieri, si cresce giorno dopo giorno anche - e soprattutto - mettendosi alla prova degli altri e con gli altri.
Ed erano anni speciali: non speciali per noi - ogni generazione si è vissuta come speciale - ma speciali per tutti, di cambiamento radicale, di scuotimento delle coscienze e di scoperta di un mondo che intanto che lo si scopriva rivelava il bisogno di cambiarlo.
Ciascuno di noi ha seguito una propria strada, con la politica, con la professione, con l'arte. Paolo era l'anarchico: al nostro liceo ve ne erano anche altri, magari più per istinto che per scelta, ma lui lo era
con le lettere maiuscole, per la convinzione e la maturità della scelta. Ed era l'anarchico della migliore storia profondamente umana ed utopista. Il tratto che colpiva della sua personalità e che era alla base e la sostanza della sua scelta ideale e politica era la bontà: non è abituale dire di qualcuno "era una persona buona", anche perché in molti c'è lo stupido retropensiero che "buono" implichi anche "illuso", se non addirittura "fesso". No, Paolo era semplicemente buono, negli atteggiamenti, nei comportamenti, nella discussione che pure tante volte ci ha visti su posizioni diverse.
La vita conosce i suoi prezzi e le strade si sono articolate in tante direzioni diverse. Per qualcuno di noi il rapporto con Paolo era diventato un saluto mandato tramite terze persone, per altri era io ricordo che tornava quando si ripercorrono fatti ed episodi di quei tempi.
Non sapevamo di una situazione difficile, che ci ha profondamente addolorato. Suona quasi a rimprovero e sicuramente aumenta il dispiacere di queste ore il fatto che proprio all'inizio della quarantena ad un paio di noi è successo di scambiare con Paolo qualche mail per promettersi a vicenda di riprendere un contatto diretto rinviandolo alla riapertura.
Il mondo si è riaperto ma probabilmente in esso c'era - per Paolo - anche tanto dolore, al quale non ha avuto la forza di reagire.
E così siamo un po' più soli.

Alessandro Pollio Salimbeni, Fabio Treves, Pino Patroncini, Athos Mirmina, Vera Montanari, Gianni Maffi, Maurizio Passafaro, Franco Ferrari, Gianluca Maris, Massimo Rondinelli, Titti Torta


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